Il patrimonio personale può essere esposto a rischi di aggressione in conseguenza di attività svolte nell’ambito della propria professione?

Siamo abituati a vedere il medico come un professionista esposto più di altri a cause intentate da parte di pazienti/clienti cui ha rivolto la propria attività e, di conseguenza, soggetto più facilmente ad aggressioni del proprio patrimonio personale. Dati forniti da associazioni di categoria segnalano effettivamente che le cause verso il settore medico sono aumentate sensibilmente negli ultimi anni.

Ma Amministratori e sindaci possono rispondere con il loro patrimonio personale a seguito di attività svolte in funzione della propria qualifica professionale? È più difficile elaborare i dati e ne risulta ancora problematica la raccolta ma le evidenze a disposizione segnalano che, anche in Italia, sono in aumento le cause verso queste cariche professionali in conseguenza di decisioni adottate (o non adottate) nell’ambito delle proprie mansioni, per fallimenti aziendali, inquinamento e molte altre ragioni. Talvolta la causa è intentata dalla società stessa verso un proprio Amministratore.

Il codice civile italiano prevede espressamente che gli amministratori rispondano, anche solidalmente, ad azioni di responsabilità promosse dalla società stessa, dai soci, dai creditori e da terzi.

Alcune aziende pongono i propri Amministratori, Dirigenti e Sindaci al riparo da questi rischi. Altre no. In esse è l’Amministratore stesso che deve pensare a tutelare sé stesso ed il patrimonio suo e della sua famiglia. L’inasprimento delle responsabilità a carico degli amministratori, come dimostrato dai dati, è un fenomeno in aumento.

Con il grado di dettaglio che mi è possibile, vi racconto di Stefano. Dopo un brillante percorso di Laurea e nel pieno di una carriera importante, è membro di alcuni Consigli di Amministrazione. Da sempre dedito alle sue attività in modo estremamente professionale e puntuale, viene chiamato anche a far parte del Consiglio di Amministrazione di una società con l’obiettivo di imprimere alla stessa una svolta decisiva per uscire da alcune difficoltà economiche. Pochissime settimane dopo, quando Stefano e il resto del Consiglio di Amministrazione si sono riuniti un numero ancora esiguo di volte, l’azienda madre fallisce e, a cascata, anche l’azienda di cui Stefano è Amministratore, per altro senza deleghe. Viene promossa un’azione di responsabilità civile per mala gestio contro l’intero Consiglio di Amministrazione. Il principale capo d’accusa è quello di non aver vigilato sulla dispersione di circa 2.500.000 di euro di merce. Stefano, convinto che non possa avverarsi ciò che in realtà è poi accaduto, addirittura rinuncia alla sospensione dell’esecutività della pena. Ma il seguito è che gli sono stati pignorati mobili della sua abitazione, emolumenti e tutto quanto a lui intestato. Attualmente è ai ricorsi in Cassazione.. Eppure la storia di Stefano è quella di una persona estremamente competente, professionale, con alle spalle un patrimonio importante frutto di una vita dedicata alle proprie attività.

Difendersi e proteggere la propria ricchezza da questo tipo di rischio è possibile e compone una più articolata e completa strategia di protezione del proprio patrimonio da cui neanche Amministratori, Dirigenti e Sindaci possono esimersi.

Ciò che mi preme sottolinearvi è che in un contesto economico e giuridico che si è evoluto come lo osserviamo oggi, anche la posizione e le responsabilità di tali cariche professionali sono cambiate. Quanto si è costruito fino ad ora va protetto ancor prima di pensare a come porre a reddito il patrimonio.

In ogni giornata, quanto tempo dedicate a produrre reddito e ad accumulare capitale? E quanto ne dedicate a proteggere il patrimonio fin ora accumulato?

Fatte 100 le ore di una giornata, che percentuale affidate all’una e all’altra risposta? Sono convinta che vi siete stupiti dell’enorme differenza … e su questo bisogna agire e colmare il gap. Ne parleremo spesso.