Gli ultimi dati ISTAT aggiornati al 2015 parlano di oltre 90.000 separazioni in Italia e, ahimè, è un dato in aumento!
Perché inizio con queste informazioni? Lo spunto di riflessione dell’articolo di oggi me lo ha fornito un caro amico che ho incontrato pochi giorni fa e che, purtroppo, si troverà a breve ad affrontare la separazione da sua moglie.
Parlando con lui, oltre al naturale sconforto dettato dalla situazione, ho capito come non fosse del tutto a conoscenza delle criticità patrimoniali della fase di separazione e, pensando possa essere utile per tutti quelli che si trovano loro malgrado in questa situazione, mi sono seduta alla scrivania a scrivere…
E’ risaputo che con il divorzio si scioglie il vincolo matrimoniale e gli ex coniugi sono tenuti al rispetto degli accordi stabiliti. A seguito di recenti leggi, oggi il divorzio può essere pronunciato con sentenza del Tribunale competente, al quale si sono rivolti i coniugi per porre fine al loro matrimonio oppure può essere frutto del procedimento di negoziazione assistita condotto dagli avvocati ai quali si sono rivolti. Ancora il divorzio, al verificarsi di talune situazioni, può essere addirittura il risultato dell’accordo raggiunto davanti al Sindaco come Ufficiale di Stato Civile.
Parlare di divorzio e di separazione significa parlare di assegnazione dell’abitazione familiare, di eventuale assegno divorzile e di affidamento e mantenimento dei figli se ci sono, argomenti sui quali mi riprometto di tornare in uno dei prossimi articoli.
Ma i diritti successori? Come vengono regolati dal nostro ordinamento nella fase di separazione e a seguito di divorzio? Cosa succede al patrimonio di un coniuge se egli viene a mancare proprio in questi momenti che la vita a volte riserva? Eredita anche il coniuge dal quale ci si è separati oppure il patrimonio viene trasferito interamente ai figli o eventuali altri eredi?
Con il divorzio gli ex coniugi cessano di avere diritti successori l’uno nei confronti dell’altro. In fase di separazione dipende..
Dipende dal fatto che ad un coniuge venga addebitata o meno la separazione. Il coniuge separato, infatti, mantiene i diritti successori salvo il caso in cui gli venga addebitata la separazione. Ti ricordi quando viene addebitata la separazione? Per violazione dei diritti coniugali, cioè per infedeltà, per mancanza di assistenza morale e materiale e per abbandono della casa coniugale. Naturalmente queste devono essere le cause della separazione e non l’effetto. Mi spiego. Il tradimento che genera la fine della relazione può essere motivo di addebito della separazione. Se, invece, il tradimento avviene come “conseguenza” successiva ad una relazione già terminata per altri motivi, questo non può essere considerato causa di addebito della separazione.
Spesso, quindi, il coniuge ignora che durante la fase di separazione (senza addebito), la persona da cui si sta’ separando conserva intatti i diritti successori. Almeno per sei o dodici mesi a seconda del tipo di separazione cui vanno incontro i coniugi. Per il periodo della separazione, dal punto di vista successorio, i coniugi continuano ad essere marito e moglie e, in assenza di interventi, in caso di un evento funesto, il patrimonio viene attribuito anche al coniuge dal quale ci si sta’ separando.
E’ normale pensare però che, quando un rapporto di coppia va in crisi, gli obiettivi successori dei coniugi coinvolti possano cambiare. Per poter dar seguito a questi nuovi obiettivi, si rendono necessarie opportune azioni per raggiungere i nuovi propositi e contemporaneamente non andare contro la normativa vigente. In attesa del divorzio, cioè, un coniuge non può per esempio fare testamento escludendo l’altro dal proprio asse ereditario. Se dovesse venire a mancare, infatti, il coniuge “diseredato” separato, ma non ancora divorziato, potrebbe facilmente impugnare il testamento perché lesivo dei propri diritti successori.
E se il testamento, invece, lasciasse, per esempio, la nuda proprietà degli immobili ai figli e l’usufrutto al coniuge da cui ci si sta’ separando? Naturalmente, appena ottenuto il divorzio, si metterebbe di nuovo mano al testamento per adattarlo alla nuova situazione…
E’ chiaro che quanto prima si arriva al divorzio, tanto più velocemente ci si può allontanare dal rischio di “distrazione” del proprio patrimonio. La pronuncia parziale di divorzio è lo strumento utile a tal fine.
Questo è naturalmente un esempio semplicistico, che va inquadrato in una strategia complessiva ed utilizzato con il preciso e fondamentale obiettivo di volerti sottolineare come si debba pensare a proteggere il patrimonio in ogni momento della vita, anche di fronte a momenti difficili come una crisi del rapporto coniugale.
Prima di concludere, come già fatto in un altro articolo e alla luce di quello che ti ho raccontato oggi, ti invito nuovamente a domandarti: “Nell’arco di una giornata, quanto tempo dedico ad accumulare patrimonio e quanto a proteggerlo da tutti gli accadimenti che la vita mi riserverà”?
Devi essere connesso per inviare un commento.