L’ultimo articolo di strategia patrimoniale “Come gestire un’eredità che comprende debiti ereditati di cui, a volte, non si conosce neppure l’esistenza?” ha raccolto un certo interesse soprattutto perché ogni volta che pensiamo ad un’eredità associamo qualcosa che, escludendo ovviamente il dolore per la perdita di un caro, porta un beneficio a chi la riceve.
Ma abbiamo visto che non sempre è cosi e che, anzi, se non si sta attenti, a volte ci aspettano amare sorprese.
Oggi allora ho pensato di approfondire un altro aspetto da non sottovalutare quando si tratta di eredità: a volte capita di accettare l’eredità senza sapere di averla accettata!
Ebbene sì, siete diventati eredi senza saperlo.. e fin qui potrebbero essere anche buone notizie… ma se siete diventati eredi senza saperlo di un’eredità con debiti? E’ un bel problema perché, generalmente, non si può rinunciare ad un’eredità dopo averla accettata!
Questo significa che il creditore della persona che non c’è più potrebbe bussare alla vostra porta… e voi in realtà avevate in mente addirittura di rinunciare all’eredità.
Ma come si fa ad accettare un’eredità senza sapere di averlo fatto? In realtà ci sono alcune azioni o comportamenti che vengono interpretati effettivamente come volontà di accettare l’eredità e questi danno luogo a quella che viene comunemente definita accettazione “tacita” dell’eredità.
Vediamo bene quali sono i passaggi.
La persona cara ci lascia e si apre la successione. Inizia un periodo di tempo in cui i soggetti chiamati all’eredità possono esprimere il proprio diritto di accettare o rinunciare all’eredità e questo periodo è differente, come abbiamo visto nel precedente articolo, a seconda che il chiamato all’eredità sia o meno già in possesso dei beni ereditari.
Indipendentemente da questi tempi, tuttavia, alcuni comportamenti del chiamato all’eredità lo portano ad essere considerato erede. Per esempio: la vendita o la donazione di un bene ereditario rendono il chiamato all’eredità erede. Ma se questo comportamento è decisamente più raro, molto più frequente è la richiesta di voltura catastale di un immobile, per esempio. Spesso è la comodità che ci spinge ad agire in questo modo. Pensate all’incasso di un assegno del defunto. Non è qualcosa che faremmo tutti in automatico? Chi non lo farebbe.
Tuttavia le conseguenze possono essere molto dannose.
L’accettazione tacita infatti non può mai essere un’accettazione con beneficio d’inventario ma può essere solo un’accettazione pura e semplice. Espone quindi l’erede “inconsapevole” alla fusione fra il proprio patrimonio ed il patrimonio della persona che non c’è più .. e quindi l’erede verrà chiamato a saldare i debiti ereditari anche con il patrimonio personale se il patrimonio del defunto non è sufficiente.
Il Codice Civile e la Giurisprudenza ci indicano quali comportamenti implicano l’accettazione tacita dell’eredità: oltre a quelli che abbiamo appena visto, anche l’impugnazione del testamento o il pagamento di un debito ereditario con denaro dell’eredità rientrano nella fattispecie. Generalmente vengono considerati tali tutti quegli atti che il chiamato all’eredità compie e che dimostrerebbero in modo inequivocabile la sua volontà di accettare l’eredità.
Ecco perché il pagamento di un debito ereditario con denaro proprio (e non con denaro dell’eredità come citato prima) non è accettazione tacita. Non lo è neppure la pubblicazione del testamento o la presentazione della dichiarazione di successione perché non dimostrano inequivocabilmente la volontà di accettare.
Dobbiamo fare attenzione dunque.. l’eredità è qualcosa che la persona cara ci lascia per molteplici motivi che non sta a noi indagare. A volte però, consapevolmente o meno, ciò che trasferisce può comprendere debiti (pensate alle fideiussione dell’articolo precedente) o può essere difficile da gestire.. accettare l’eredità è un qualcosa che va sempre ponderato e non lasciato al caso come avviene con l’accettazione tacita.
Alla prossima!
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