In Italia i conti cointestati sono diffusissimi ma le problematiche che potrebbero generare sono tante e spesso sconosciute e insospettabili. Le norme che li regolano impongono un’attenzione particolare.
Il mio obiettivo è quello di farti comprendere quali possono essere le criticità legate ad un conto corrente cointestato a firme disgiunte. Esso può infatti ricadere nella fattispecie delle cosiddette cointestazioni fittizie, fattispecie che la Cassazione a Sezioni Unite nel 2017 ha inserito tra le cosiddette donazioni indirette.
Quando un conto corrente può dirsi cointestato “fittiziamente”? Quando il conto corrente viene intestato a due o più persone ma, sia in sede di apertura, sia durante la vita del conto stesso, quel conto viene alimentato sostanzialmente da uno soltanto dei cointestatari o comunque in maniera sproporzionata tra le parti. Inoltre, per essere considerato fittiziamente cointestato, deve esistere lo spirito di liberalità di colui che alimenta il conto corrente: deve, cioè, non esserci alcun dubbio sulla volontà di donare da parte di colui che materialmente mette i denari sul conto a beneficio dei cointestatari. Infine, il conto deve poter essere utilizzato a firme disgiunte.
Lo stesso vale per gli investimenti cointestati: se sono generati con il denaro proveniente da uno solo dei cointestatari e sussiste quello spirito di voler beneficiare l’altro cointestatario, sono considerati “fittiziamente” cointestati.
Quali sono le ragioni che spingono gli individui ad aprire un conto corrente cointestato? Molteplici. A volte, per semplice comodità: quanti genitori, soprattutto con l’avanzare dell’età, cointestano il conto corrente con il figlio demandando a lui l’operatività? Altre volte, il conto corrente cointestato viene aperto per “portarsi avanti” nel delicato passaggio generazionale del proprio patrimonio, anche per un retaggio del passato quando la cointestazione dava la possibilità di svuotare il conto qualora lo stato di salute fosse peggiorato improvvisamente. Altre ancora, il conto corrente cointestato è visto come mezzo per occultare patrimonio a terzi, siano essi creditori o altri soggetti.
Per queste ed altre ragioni, in Italia, i conti correnti cointestati sono molto diffusi.
Nel corso degli ultimissimi anni, la Corte di Cassazione e l’Agenzia delle Entrate sono intervenute, con sentenze e circolari rispettivamente, per meglio inquadrare la fattispecie del conto corrente cointestato e le conseguenze di talune situazioni possibili.
Certo è che, come recita una di queste sentenze, il denaro versato su un conto corrente cointestato fittiziamente è una donazione valida se c’è lo spirito di liberalità, cioè lo spirito di voler beneficiare, arricchendolo, il cointestatario. In mancanza dello spirito di liberalità, il denaro appartiene a chi lo ha versato. Quindi, quando non c’è lo spirito di liberalità e il cointestatario ne fa un uso personale, commette il reato di appropriazione indebita! Ma ne è consapevole? Il pensiero corre velocemente a quei conti cointestati tra moglie e marito dove l’apporto di solo uno dei due è sostanziale e l’altro lo usa per effettuare anche spese personali non legate alle necessità della famiglia …
Capiamo meglio le criticità che possono generarsi da un conto di questo tipo.
La prima è immediatamente riferibile all’esempio appena riportato. Se il matrimonio entra in crisi, quelle somme utilizzate dal conto cointestato non per necessità della famiglia ma per soddisfare esigenze personali possono essere facilmente messe in discussione: il capo d’accusa è quello di appropriazione indebita.
La sentenza della Corte di Cassazione del recente settembre 2019 è molto chiara in merito. Da essa emerge distintamente che contestazione non significa comproprietà. Il correntista che non ha contribuito a versare su quel conto può agire sul conto in virtù della cointestazione ma se dovesse appropriarsi del denaro (per spese personali ad esempio) compirebbe un’operazione configurabile come appropriazione indebita.
Quanti mogli e mariti sono cointestatari di un conto corrente dove non mettono un euro? Quanti figli? Quante seconde mogli e secondi mariti? Quanti conviventi o uniti civilmente? Quanti fratelli? In Italia sono davvero tanti…
La seconda criticità è legata al possibile fallimento del progetto di chi ha pensato di utilizzare la cointestazione del conto corrente come strumento per realizzare la successione così come desiderato. Non basta una cointestazione. In una successione entrano in gioco quote di pertinenza ben precisate dalla legge, criteri che non possono essere scavalcati, relazioni fra gli eredi, relazioni fra gli eredi ed altre persone ed entrano, con un bagno di cruda realtà, le famose “questioni di principio”.
Mettere semplicemente del denaro su un conto corrente cointestato fittiziamente non impedisce ad altre persone di ricostruire masse ereditarie o di capire di essere stato leso nei propri diritti. Non impedisce di agire contro il conto corrente cointestato per vedere soddisfatte le proprie ragioni. Mi sono spesa tanto e tanto mi spenderò nel dire come gli eredi non necessariamente debbano essere per loro natura litigiosi per finire in aule di tribunale. E’ la vita e ciò che accade che porta le persone ad avere esigenze diverse ed obiettivi differenti. E’ la vita che fa sì che gli eredi si sposino e creino una propria famiglia, entrando in altri contesti, in altri ruoli e in altre realtà. Tutto ciò può portare a litigare. Litigare significa spendere denaro in avvocati, vedersi bloccate le somme del conto e rompere definitivamente l’equilibrio e l’armonia famigliare.
Infine, il terzo problema legato alla cointestazione: i furbetti. C’è chi, con scaltrezza e un po’ di malizia, è consapevole del fatto che attraverso cointestazioni e giri di conto corrente e posizioni finanziarie, può essere difficoltoso ricostruire il patrimonio della persona dei cui denari si sta parlando. I soggetti rapaci e furbetti esistono. E la cointestazione può essere uno strumento nelle loro mani.
Cosa genera un contenzioso su una cointestazione di conto corrente o di investimenti finanziari più in generale?
Genera il sequestro conservativo del conto cointestato, ovvero il blocco delle somme depositate. Genera una montagna di soldi da distribuire agli avvocati e genera il corto circuito nei rapporti famigliari.
Naturalmente ogni criticità è superabile con la soluzione adeguata … ma ognuna va valutata a sé, analizzata e risolta.
Tu quanti conti cointestati hai? Meglio iniziare a valutarne le possibili criticità.
Alla prossima.
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