Quali ragioni possono motivare gli attori di una famiglia “allargata” a riflettere sulla pianificazione del passaggio generazionale del loro patrimonio?

Nel post di apertura alla mia breve rubrica sul passaggio generazionale, hai senz’altro percepito che parlare di pianificazione successoria trova la sua massima espressione se hai messo chiaramente a fuoco il problema che vuoi andare a risolvere attraverso la pianificazione stessa. Non è sempre facile perché, a volte, il problema lo si percepisce quando ormai è troppo tardi per poterlo risolvere nel migliore dei modi.

Eccoci allora al quesito di apertura: quali sono i possibili problemi che una famiglia “allargata” potrebbe avere in fatto di passaggio generazionale del patrimonio?

Nello specifico, mi riferisco alla famiglia dove la moglie o il marito o entrambi hanno figli nati da una precedente relazione. Numerose ricerche statistiche segnalano come questo modello famigliare sia cresciuto molto negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione del “divorzio breve” nel 2015. Esso, in effetti, ha permesso di velocizzare notevolmente i tempi necessari a concludere un rapporto matrimoniale e ha favorito così il sorgere di numerose nuove famiglie nate da un secondo matrimonio.

Perché dunque per questa famiglia “allargata” si pone un ulteriore problema successorio rispetto alla famiglia “tradizionale”?

Almeno per due ragioni. La prima è legata al trattamento differente, non desiderato ma possibile, tra figli di primo e di secondo letto.

Il nostro ordinamento, in materia successoria, attribuisce massima tutela alla famiglia, nello specifico a coniuge e figli, prevedendo per questi eredi precise quote di eredità e importanti agevolazioni a livello di aliquote e franchigie.

Concentrati per ora sulle quote di eredità e considera il caso in cui un uomo abbia avuto un figlio da una prima relazione ed un figlio dall’attuale moglie.

Cosa accade se quest’uomo non pianifica il trasferimento del suo patrimonio e passa “a miglior vita”? Succede che la sua ricchezza viene divisa fra gli eredi secondo tabelle di legge. I suoi eredi sono i due figli e la moglie attuale. Il suo patrimonio, ciò che lui ha creato e che vorrebbe che andasse in parti uguali ai suoi figli, oltre che alla moglie, verrà effettivamente distribuito in modo paritario fra loro? No. No perché la moglie eredita una porzione di patrimonio: a chi andrà questa porzione di patrimonio ereditato quando anche la moglie verrà a mancare? Al secondo figlio, quello nato dalla loro unione perché solo lui è, a sua volta, erede della madre, nonché seconda moglie. Di questa porzione, al figlio di primo letto, non toccherà nulla. Salvo naturalmente il caso in cui sia la moglie, per propria decisione e volontà, a voler attribuire qualcosa al primo figlio del marito…

Naturalmente il discorso vale a parti invertite con moglie che ha figli di primo e secondo letto e con un numero di figli diverso dall’esempio citato.

Ecco allora che la volontà di distribuire il proprio patrimonio in parti uguali tra i figli è il problema da cui possono prendere il via riflessioni sul passaggio generazionale in una famiglia allargata. Non si parte dagli strumenti… ma dalle criticità.

Veniamo alla seconda ragione. Riprendi l’esempio appena citato e ipotizza ora che sia la moglie ad aver avuto un figlio da una precedente relazione. Il marito, ancora un a volta (…), viene a mancare e il suo patrimonio, in assenza di pianificazione, passa in successione al figlio e alla moglie. Quando lei verrà a mancare, i suoi beni verranno trasferiti ai suoi figli, quello avuto dal marito e quello avuto dalla sua precedente relazione.

Il problema qui è la distrazione del patrimonio del marito verso persone terze, ovvero, nello specifico, il figlio della moglie nato da una precedente relazione. Ciò significa che quanto costruito dal marito andrà anche a lui. E’ quello che voleva questo marito?

Sia chiaro: il mio obiettivo è unicamente quello di mostrarti ciò che può accadere.

Queste sono alcune ragioni sulle quali fare riflessioni. Non gli strumenti. Quelli dopo. Quelli serviranno quando, definito ciò che si vuole ottenere o evitare, saranno valutati e selezionati per andare a comporre la strategia patrimoniale più adeguata a raggiungere gli obiettivi di ciascuno. E saranno diversi per ciascuno di noi perché dipenderanno da molte variabili, compresa la composizione del patrimonio, differente per ognuno di noi.

A giovedì prossimo!

  • Bruno

    02 06 2021

    Buongiorno,
    interessante il suo articolo sul patrimonio che viene distribuito in una famiglia allargata. Io mi sono risposato e anche la mia seconda moglie ha avuto un precedente matrimonio.
    Lei ha un figlio di 24 anni, mentre io ne ho avuto tre dalla prima moglie (19, 26, 28). Preciso che non abbiamo figli in comune.
    Anche se ci siamo sposati con la separazione dei beni, sono cosciente che se uno di noi venisse a mancare l’asse ereditario verrebbe diviso secondo le quote stabilite dalla legge. E se fossi io a mancare, il terzo ereditato dalla mia attuale moglie, alla sua morte passerebbe a suo figlio. Attualmente ho una casa intestata a me, mentre lei ne ha due di sua proprietá. Quale sarebbe il suo suggerimento per privilegiare i miei figli di primo letto che secondo la legge ne risulterebbero svantaggiati? Grazie per la sua risposta.

    • cinzia74

      26 07 2021

      Buongiorno a lei.
      Mi fa piacere abbia trovato utile il mio articolo. La ringrazio del feedback.
      La “distrazione” del patrimonio verso persone lontane dalla famiglia d’origine nel caso si viva successivamente una famiglia allargata è un tema da affrontare caso per caso perchè le situazioni, i rapporti e le esigenze sono molto diverse tra loro. Inoltre il fatto che ci siano quote ben precise da rispettare fa sì che ogni consiglio debba poi essere calibrato sulla realtà patrimoniale di ciascuno.
      Le dico che assegnare l’usufrutto alla sua attuale moglie e la nuda proprietà ai suoi figli, le consentirebbe di mantenere l’immobile nell’alveo della sua famiglia di origine senza distrazione verso figli non suoi. Si affaccerebbe il tema della comunione ereditaria (da evitare) fra i suoi figli e comunque bisogna agire nel rispetto delle quote previste per legge.
      Il consiglio rimane quello di studiare ogni singola situazione e trovare la più adeguata soluzione al caso specifico.
      A presto.