La condivisione familiare da sempre popola le nostre case. I nostri genitori ci hanno abituati fin da piccoli “a fare metà” con i nostri fratelli.

“Metà focaccia a te e metà a tua sorella”, “Dividi la mancia con tuo fratello”, “I giochi sono di tutti e due”: quante volte ce lo hanno detto?

E’ un nostro valore ed una nostra tradizione.

Credo che sia uno dei principali motivi per cui i nostri genitori ci hanno lasciato in eredità patrimoni indivisi. Scegliere se assegnare la casa di famiglia ad un figlio piuttosto che ad un altro sarebbe stata una faccenda toppo dolorosa; destinare quella delle vacanze poi, un compito altrettanto difficile. E gli immobili in affitto? Ad entrambi, “così potete dividervi il ricavato”. In modo eguale.

E’ così che tanti di noi si ritrovano comproprietari di immobili in locazione e di case delle vacanze dove si va a turno.

Assetti che vanno avanti così per anni, come d’altra parte avrebbero voluto i nostri genitori.

Fino a che qualcosa cambia.

Maurizio e Laura sono miei clienti ed hanno una figlia che ha fatto un bellissimo percorso professionale nel mondo della moda ed ora è general manager di un’importante casa di moda.

Maurizio ha un fratello, a sua volta sposato e padre di Giorgio che invece è diventato avvocato e partner in un affermato studio legale a Milano.

Rapporti familiari sempre distesi e, spesso, vacanze insieme. Maurizio e suo fratello hanno ricevuto in eredità dai genitori un ampio patrimonio immobiliare composto sia dalla casa vacanze, tanto sfruttata insieme, sia da una serie di appartamenti e negozi in locazione. La casa di famiglia, in centro a Milano, è vuota da tempo.

Come da tradizione, il patrimonio è indiviso. Il flusso di reddito degli immobili in locazione va metà ad un fratello e metà all’altro, come volevano i genitori.

Oltre al patrimonio ricevuto in eredità, ciascuna delle due famiglie ha costruito nel tempo, grazie a carriere professionali rilevanti, un ulteriore ragguardevole capitale.

Cosa volere di più?

Maurizio e Laura, con i quali più volte si è parlato dei problemi economici in cui versa il nostro Paese, per altro esacerbati dalla situazione congiunturale creata dalla pandemia, desiderano progettare il trasferimento del loro patrimonio in modo tale che possano almeno beneficiare dei vantaggi che l’attuale normativa prevede. Ne temono un cambiamento nel giro di poco tempo.

In particolare, ci siamo concentrati sul fatto che disegnare il loro passaggio generazionale porterebbe questi consistenti vantaggi:

  • Eviterebbe che gli eredi si ritrovassero a pagare imposte di successione più alte in conseguenza di una normativa più penalizzante;
  • Eviterebbe che gli immobili andassero in successione ad un valore catastatale più alto di quello attuale a seguito della prossima entrata in vigore della riforma del catasto: sull’attuale più basso valore pagherebbero naturalmente imposte minori;
  • Potrebbe evitare che la successione degli immobili, opportunamente assegnati, li esponesse a doppia tassazione.

Possono elaborare il loro progetto?

No. Non possono fare nulla.

Non possono evitare il probabile aumento delle imposte di successione nè sfuggire alla prossima entrata in vigore della riforma del catasto. Possono, forse, evitare la doppia tassazione.

Qual è il problema? Il problema è la tradizione … ovvero la comproprietà del patrimonio immobiliare fra Maurizio e suo fratello.

Maurizio, per esempio, dovrebbe donare a sua figlia degli immobili di cui è proprietario a metà. Ha senso?

Inoltre, se Maurizio dovesse mancare ora, senza aver potuto fare nulla in merito al progetto patrimoniale a cui sta pensando, gli immobili passerebbero in eredità a sua moglie e sua figlia. La comunione ereditaria sugli immobili si allargherebbe ulteriormente.

Ma le esigenze di sua moglie e sua figlia saranno sempre compatibili con le esigenze del fratello di Maurizio? E se avessero necessità o desiderio di vendere qualche “metà”? Sarebbe facile trovare un accordo con lo zio e cognato su quale immobile vendere e a quale prezzo?

Fino a quanto può allargarsi una comunione ereditaria senza che sorgano differenti necessità che ne impongono una veloce “risoluzione”?

Qualcuno, prima o poi, deve elaborare la divisione ereditaria per soddisfare le esigenze proprie e della propria famiglia. Non si tratta di deludere le volontà dei genitori ma di proseguire con tempi e necessità che cambiano.

Certo, la divisione ereditaria ha senz’altro costo.

Ma sulla scala delle priorità, cosa metti sul gradino più alto? Le tasse della divisione ereditaria o gli obiettivi ed il benessere della tua famiglia?

Da qui siamo partiti ed abbiamo poi elaborato un bellissimo progetto di passaggio generazionale: completo, fiscalmente efficiente ed in grado di preservare nel tempo armonia nella famiglia di Maurizio e con la famiglia di suo fratello.

 

P.s.: Se anche tu sei in una situazione di comunione ereditaria per tradizione o è probabile che possa capitarti, valuta quali sarebbero i benefici di sciogliere la comunione e poter decidere in autonomia.