Quante volte ce lo chiediamo? In fondo, credo sia lecito ed utile chiederselo, soprattutto se investi il tuo denaro e ti aspetti che questo impegno produca dei risultati… fino, appunto, al raddoppio del capitale.

Non è difficile da calcolare, se ti basta un’idea approssimativa. Non ti servono complesse formule matematiche, strumenti di calcolo e altre specifiche conoscenze.

Ti basta la regola del 72. E’ semplice e ti spiego come funziona.

Il rischio, che mi è capitato di scorgere ascoltando alcune conversazioni, è che venga usata in modo semplicistico o che, addirittura, venga usata per “spingere” ad investire prospettando facili tempi di crescita del capitale.

Se da un lato, infatti, basta un unico dato per sapere in quanto tempo il tuo capitale raddoppierà, dall’altro, questo dato deve essere quanto di più preciso possibile tu conosca.

Il dato che ti serve è il tasso d’interesse (o di rendimento).

Ecco allora che basta dividere 72 per il tasso d’interesse e trovi, così, il numero di anni necessari al tuo capitale per raddoppiare. Se, per esempio, il tasso d’interesse fosse del 4% annuo, impiegheresti circa 18 anni a raddoppiare il tuo capitale.

Se il tasso di interesse aumenta, diminuisce il numero di anni necessari al raddoppio. Con un tasso di interesse dell’8%, il numero di anni passa a 9.

E’ una regola applicabile a tutte le grandezze che crescono/diminuiscono ad un tasso “composto”. Se il Pil di un Paese cresce al 3% annuo (America?), la sua economia impiegherà circa 24 anni per raddoppiare oppure se cresce al 6% (Cina?) impiegherà circa 12 anni. Così come, se consideriamo che un prodotto d’investimento costi il 3%, il valore del capitale investito si ridurrà della metà in 24 anni…

La regola funziona “bene” per tassi compresi fra il 6% ed il 10%. Naturalmente, ci sono passaggi matematici da cui deriva questa formula e che ho volutamente tralasciato per non condividere un trattato di matematica ma utili riflessioni attorno a questa regola.

La prima risiede proprio nell’unico dato che ti serve. Il tasso di interesse deve rimanere lo stesso nel tempo e non è previsto un suo possibile cambiamento. La formula pertanto non è applicabile ad un investimento che ha rendimenti diversi di anno in anno. Per il fondo comune d’investimento, per esempio, potresti utilizzare il tasso di rendimento “annualizzato”, cioè il tasso medio di rendimento del prodotto su un determinato numero di anni, sapendo che non è un tasso “fisso”.

Il tasso d’interesse, inoltre, riflette un determinato livello di rischio. Più è alto il tasso, minore è il tempo necessario al capitale per raddoppiare ma più elevato sarà il rischio associato all’investimento. E’ il livello di rischio coerente con il tuo profilo ed i tuoi desiderata?

L’ulteriore riflessione è legata al fatto che questa formula prescinde da altre importanti variabili: l’inflazione, le tasse che si pagheranno sui rendimenti ed il costo del prodotto d’investimento, per esempio.

Se il tasso d’interesse che consideri nella formula non tiene conto del costo del prodotto d’investimento, allora il tasso reale sarà più basso e, di conseguenza, sarà maggiore il numero di anni necessari per il raddoppio.

Questi sono alcuni dei motivi che rendono la regola del 72 utile per avere un’idea solo approssimativa del tempo necessario al tuo capitale per raddoppiare. La regola, inoltre, prescinde da tutte quelle considerazioni meno “numeriche” (ma forse più utili?) alle io quali io dedico tantissimo tempo e che sono il vero punto di partenza di ciascuna strategia di investimento.

Credo, allora, che sia pratico conoscerla sapendone i suoi limiti: in questo modo, potrai “velocemente” calcolare il tempo che impiegherà il tuo capitale a crescere ma soprattutto potrai confrontarti con “armi alla pari” quando qualcuno ti dirà: “A questo tasso, il tuo capitale impiega x anni per raddoppiare: è un grande affare!”.