Pagare lecitamente meno tasse significa che stai risparmiando e, per definizione, che il tuo patrimonio è maggiore per un importo pari alle tasse che hai potuto non versare. Vale anche per gli investimenti finanziari.

Gli investimenti finanziari, quindi, consentono di pagare meno tasse?

Seguimi.

Gli investimenti finanziari possono generare guadagni oppure perdite. Sui guadagni, lo Stato ti chiede delle tasse comprese tra il 12,5% e il 26%. Esempi di guadagni possono essere la differenza tra il prezzo di vendita e di acquisto di un titolo azionario, la cedola che incassi dall’obbligazione piuttosto che il dividendo che ricevi da un’azione o la differenza tra il controvalore di vendita e di acquisto di un fondo comune d’investimento. Le perdite, cioè il minor valore dell’investimento effettuato, alimentano il cosiddetto “zainetto fiscale”, termine con cui semplicemente si fa riferimento alle minusvalenze derivanti da investimenti.

Lo Stato ti dà la possibilità di non pagare tasse sui guadagni al verificarsi di alcune condizioni. La prima è che devi aver precedentemente maturato una perdita, ovvero una minusvalenza; la seconda è che tu abbia maturato questa perdita non oltre quattro anni fa e la terza è che questa minusvalenza possa matchare con un guadagno successivo da te maturato.

Ti faccio un esempio e poi ti ragguaglio ancora meglio sulla terza condizione, la più articolata delle tre.

Hai comprato un titolo azionario. Investimento non particolarmente riuscito perché lo rivendi in perdita con una minusvalenza di 2.000 euro. Il successivo investimento ti dà maggiori soddisfazioni e guadagni 5.000 euro. Lo Stato ti consente di compensare la plusvalenza realizzata con la minusvalenza pregressa e ti applica la tassazione solo sulla differenza 5.000-2.000. Paghi pertanto 780 euro di tasse anziché 1.300.

Hai risparmiato il 26% su 2.000, cioè 580 euro. Non tutte le minusvalenze e le plusvalenze possono essere compensate fra loro: da qui i necessari ragguagli di cui ti ho detto.

La normativa fiscale italiana distingue le plusvalenze, ovvero i guadagni, in due gruppi: redditi da capitale e redditi diversi. Le minusvalenze invece rientrano sempre nella categoria “diverse”. Sta’ di fatto che le stessi leggi fiscali ti consentono di fare quella compensazione di cui ti ho parlato solo nell’ambito dello stesso gruppo.

Mi spiego. Nell’esempio che ti ho fatto la plusvalenza che deriva dalla compravendita di titoli azionari è considerata “reddito diverso” e può essere compensata con la perdita che deriva da un’altra negoziazione titoli. Ma il dividendo che incassi da un titolo azionario rientra fra i redditi da capitale e non può pertanto essere compensato con la minusvalenza che deriva dalla vendita in perdita di un titolo azionario.

Non scendiamo eccessivamente in dettagli complicati. Ti accenno alle più comuni compensazioni consentite e a quelle non permesse. Plusvalenze e minusvalenze sui fondi comuni d’investimento non si compensano perché le prime appartengono a redditi da capitale mentre le minusvalenze sono “diverse”. Quindi, sulla compravendita di fondi comuni d’investimento non puoi agire in compensazione come sulla compravendita di titoli azionari, l’esempio che ti ho fatto sopra. Dividendi azionari e cedole obbligazionarie non si compensano con minusvalenze che derivano dalla compravendita di titoli azionari per lo stesso motivo. I certificates, strumento d’investimento che avremo occasione di approfondire, consentono invece ampie possibilità di compensazione, in particolare se pagano la cedola. Direi anzi che sono lo strumento privilegiato per la compensazione.

L’elenco è lungo e articolato.

Inoltre, se decidi di cambiare istituto bancario puoi spostare il tuo zainetto fiscale, cioè le perdite accumulate, e continuare a compensare con le operazioni che farai presso la nuova banca.
Sta’ di fatto che gli investimenti finanziari ti consentono, in talune circostanze, di risparmiare tasse.

Spesso, tuttavia, ci si ricorda di questa possibilità solo in chiusura d’anno quando magari sta per trascorrere quel quarto anno entro cui puoi compensare, pena la perdita di questa opportunità. Ma se in chiusura d’anno non trovi lo strumento adeguato o hai potenziali redditi che non si compensano con le minusvalenze accumulate? Se, in chiusura d’anno, le minusvalenze che hai accumulato sono troppo grandi rispetto ai guadagni che puoi realizzare, per cui perderai parte del beneficio fiscale cui avresti diritto?

La tua strategia finanziaria deve tener conto di tutto ciò, non solo quando l’anno volge al termine ma in ogni momento. E’ opportuno tenere costantemente sotto controllo lo zainetto fiscale ed operare anche con l’obiettivo di risparmiare tasse … e quindi di avere un patrimonio maggiore.