Nulla accade per caso

cinzia pedemonte

Quando mi chiamano Dottoressa, penso sempre che, come medico, non c’entro proprio nulla.

Il camice mi ha sempre fatto impressione. In effetti, mi dedico esattamente a tutt’altro.

Sono Cinzia Pedemonte: due figli, Fabri e la mia storia professionale.

A proposito della mia storia professionale, vi racconto che tutto è nato da lì…

Tutto è nato da quei meeting in cui si discuteva di piani ed obiettivi strategici delle aziende, meeting organizzati per decidere se investire in quelle stesse aziende oppure no.

Pianificare, organizzare, studiare le strategie aziendali ed il successo che avrebbero potuto avere rispetto al mercato e alla concorrenza mi ha sempre affascinato. Poterne discutere direttamente con il management delle aziende è stato, per me, fonte di crescita personale e professionale di grande valore.

Una crescita che ho sempre coltivato intensamente, alla ricerca di quel sapere e di quel conoscere che mi rendono oggi il Consulente del Patrimonio di Famiglia che volevo essere.

Non è stato facile arrivare a quello che offro oggi.

Il rifiuto verso il modello di crescita professionale “cordialmente suggerito” e che “tutti devono seguire” mi ha spesso fatto sentire isolata lungo la mia strada. Da sola ho elaborato il mio piano di crescita e tante volte mi sono chiesta se quel piano poteva davvero portarmi verso i miei obiettivi.

Mi interessa coltivare competenze ad ampio raggio, da quelle tecniche a quelle relazionali ed altre. Mi motiva avere cognizione di quello di cui sto’ parlando. Se non so, mi taccio. Non riesco a parlare di cose che non conosco e di conseguenza, forse non è bello dirlo, mal tollero le persone che parlano a vanvera.

Il sapere si apprende dai libri, dai manuali ma anche dalle persone e dalle loro esperienze. Personalmente, imparo tantissimo dalle persone. Mi piace ascoltarle, ragionare su ciò che raccontano, su ciò che insegnano, su ciò che hanno vissuto e su ciò che pensano. Mi piace più ascoltare che parlare.

Sono abituata a ragionare per obiettivi, a raggiungerli e a non lasciarli svanire per inerzia o nel compiacimento del risultato raggiunto.

Cosa porterei nel mio futuro?

Senza dubbio, porterei gli insegnamenti dagli errori passati. Sono ciò che hanno dato valore a me stessa e alla mia attività.

Porterei la mia riservatezza, che caratterizza ogni mio rapporto, professionale e personale. Porterei la mia caparbietà che, pur avendomi isolata nel mio percorso di crescita professionale, mi ha consentito di inseguire senza indugi il modello di lavoro che più rispecchia la mia personalità e che mi ha permesso di non appiattirmi sul modello in voga.

Infine, porterei sempre con me la voglia di imparare e di scoprire, un motore che non riesco e non voglio spegnere. Migliorare la mia attività e me stessa è un qualcosa a cui non rinuncerò mai.